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      Molto vi fu che dire sopra il significato della parola: "conventus", persistendo i spagnuoli che fosse ad ingiuria; tanto che il Magontino fu costretto dirgli, se non volevano ricever una lettera del re di Francia che gli chiamava "sanctissimus conventus", come averebbono ascoltati i protestanti che gli chiamavano "conventus malignantium"? Ma seguendo tuttavia i prelati spagnuoli, piú di tutti gli altri tumultuando, il legato si ritirò co' noncii e con gl'ambasciatori dell'imperatore in sagrestia e sopra questo longamente disputarono. Finalmente, ritornati al luogo loro, fecero dir al promotore che la santa sinodo risolve di legger le lettere senza pregiudicio, stimando che la dizzione conventus non s'intenda in mala parte, che altrimente protesta di nullità. Fu adonque aperta e letta la lettera del re, la qual era de' 13 agosto, e diceva in sostanza: essergli parso conveniente all'osservanza de' maggiori verso la Chiesa significar loro le cause, perché è stato costretto a non mandar alcun vescovo al convento da Giulio convocato con nome di publico concilio, essendo certo che essi padri sono alieni dal condannar il fatto d'alcuno prima che intenderlo e che, intese le cose da lui operate, le commendariano; che era stato costretto per servar l'onor suo perseverare nella deliberazione presa di proteger il duca di Parma, dalla qual deliberazione non ricuserebbe partirsi, quando lo comportasse la giustizia et equità; che a loro scrive come arbitri onorarii, pregandogli a ricever le lettere non come da adversario o persona non conosciuta, ma come da primo e principal figlio della Chiesa, per eredità de' maggiori, quali promette sempre imitare e, mentre propulsa le ingiurie, non depor la carità della Chiesa e ricever sempre quello che da lei sarà statuito, purché sia servato il debito modo nel far i decreti.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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