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      1 Che nell'eucaristia non è veramente il corpo e sangue, né la divinità di Cristo, ma solo come in segno.
      2 Che Cristo non è dato a mangiare sacramentalmente, ma solo spiritualmente e per fede.
      3 Che nell'eucaristia vi è il sangue e corpo di Cristo, ma insieme con la sostanza del pane e del vino, sí che non è transubstanziazione, ma unione ipostatica dell'umanità e delle sostanzie del pane e vino, in maniera che è vero dire: questo pan è il corpo di Cristo e questo vino è il sangue di Cristo.
      4 Che l'eucaristia è instituita per sola remissione de' peccati.
      5 Che Cristo non si debbe adorar nell'eucaristia, né onrar con feste, né portar in processione, né ad infermi, e che gl'adoratori sono veri idolatri.
      6 Che l'eucaristia non debbe esser salvata, ma consummata e distribuita immediate, e chi altrimente fa, abusa questo sacramento, e che non è lecito ad alcuno communicar se stesso.
      7 Che nelle particole che avanzano dopo la communione non resta il corpo del Signore, ma solo mentre si riceve, e non inanzi, né dopo.
      8 Che è de iure divino communicar il popolo et i fanciulli ancora con l'una e l'altra specie, e che peccano quelli che constringono il popolo ad usarne una sola.
      9 Che tanto non si contiene sotto una, quanto sotto tutte due, né tanto riceve chi communica con una, quanto con tutte due.
      10 Che la sola fede è sufficiente preparazione per ricever l'eucaristia, né la confessione è necessaria, ma libera, specialmente a' dotti, né gl'uomini sono tenuti communicare nella Pasca.
      Dopo questi articoli era aggionto un precetto in questa forma: che i teologi debbino confermar il parer loro con la Sacra Scrittura, tradizioni degli apostoli, sacri et approbati concilii e con le constituzioni et autorità de' santi padri; debbino usar brevità e fuggire le questioni superflue et inutili e le contenzioni proterve; dovendo esser questo l'ordine di parlar tra loro: che prima dicano li mandati dal sommo pontefice, dopoi quelli dell'imperatore, in terzo luogo i teologi secolari, secondo l'ordine delle promozioni loro, et in fine li regolari, secondo la precedenza de' loro ordini.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
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