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      Nel sesto parimente convennero tutti, fuorché nell'ultima parte, cioè non esser lecito ad alcuno communicar se stesso. Dicevano alcuni che, intendendosi de' laici, era catolico, e però conveniva esprimer che si condanna solo quanto a sacerdoti. Altri dicevano che manco quanto a questo conveniva averla per eretica, poiché nel sesto concilio, nel capo 101, non era stato condannato. Altri volevano che si escludesse anco quanto a' laici il caso di necessità. Nel settimo tutti si consummavano in invettive contra li moderni protestanti, come inventori d'un'opinione empia e non mai piú udita nella Chiesa. Sopra l'ottavo furono li discorsi di tutti longhissimi, se ben uniformi. Le principal raggioni loro di condannarlo erano perché al 24 di san Luca il nostro Signore a' doi discepoli benedisse solo il pane, e perché nell'orazione dominicale si domanda il pan quotidiano, e perché negl'Atti degl'apostoli al secondo capo et al ventesimo del pane solo si parla. E parimente al ventisettesimo san Paolo nella nave non benedisse se non il solo pane. S'adducevano autorità de' dottori antichi e qualche essempii de padri: ma il fondamento principale era sopra il concilio di Costanza e sopra la consuetudine della Chiesa. Si fondarono anco sopra diverse figure del Testamento Vecchio et a questo senso tiravano anco molte profezie. E quanto a' fanciulli, tutti concordavano che da qualche particolare fosse stato ciò in altri tempi fatto, ma da tutti gli altri conosciuto per errore. Nel articolo nono, la parte prima, che tanto non sia contenuto sotto una specie, quanto sotto tutte due, da' teologi tedeschi era stimata per eretica; gl'italiani dicevano che conveniva distinguerla prima che condannarla.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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