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      Per questi gradi la caritativa correzzione da Cristo instituita degenerò in una dominazione e fu causa di far perder a' cristiani l'antica riverenza et ubedienza. Si nega ben in parole che la giurisdizzione ecclesiastica sia un dominio come quella del secolare, ma non si sa por tra loro differenza reale. San Paolo ben vi statuí la differenza, mentre a Timoteo scrisse et a Tito replicò che il vescovo non fosse cupido di guadagno, né percotitore: al presente in contrario si fa pagar li processi, impreggionar le persone, non altrimente di quello che al foro secolare si faccia.
      Ma separate le provincie occidentali e fatto d'Italia, Francia e Germania un imperio e di Spagna un regno, in tutte quattro queste provincie i vescovi per il piú erano assonti per conseglieri del prencipe, che fu, con la mistura de' carichi spirituali e di cure temporali, cagione d'accrescer l'autorità del foro episcopale in immenso. Non passarono 200 anni che pretesero assolutamente ogni giudicio criminale e civile sopra i chierici et in diverse materie anco sopra i laici, con pretesto che la causa sia ecclesiastica; et oltra questo genere ne inventarono un altro, chiamato di foro misto, volendo che contra il secolare possi procedere cosí il vescovo, come il magistrato, dando luogo alla prevenzione con la quale per l'esquisita loro sollecitudine, non lasciando mai luogo al secolare, s'appropriano tutti; e quelli che restano fuori di sí gran numero, vengono in fine compresi da una regola universale stabilita da loro come fondamento di fede, cioè, che ogni causa si devolva al foro ecclesiastico, se il magistrato non vorrà o sarà negligente a far giustizia.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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