Similmente la consuetudine di conservarlo in luogo sacro è antica, sino dal tempo del concilio niceno, et il portarlo agli infermi è cosa costumata antichissimamente, oltra che è raggionevole et in molti concilii commandata; e se non conviene che sia trattata alcuna cosa santa senza santità, tanto piú non si potrà andar a questo sacramento senza gran riverenza e fatta prova di se stesso; la qual prova ha da essere che nissun, avendo peccato mortalmente, se ben contrito, lo ricevi senza la confessione sacramentale; il che debbia osservar eziandio il sacerdote che ha da celebrare, purché abbia commodità di confessore, e non l'avendo debbia confessarsi immediate dopo. Insegna ancora esservi tre modi di ricever l'eucaristia: uno solo sacramentalmente, come fanno i peccatori; l'altro spiritualmente, come di quelli che lo ricevono con fede viva e desiderio; il terzo in tutti doi i modi insieme, come da quelli che, provati nel modo di sopra detto, vanno a quella mensa. E per tradizzione apostolica si ha, e cosí si debbe servare, che i laici ricevino la communione da' sacerdoti, et i sacerdoti communichino se medesimi. In fine prega la sinodo tutti i cristiani che convengano in questa dottrina.
Dopo finito il decreto furono letti gli 11 anatematismi.
1 Contra chi negherà che nell'eucaristia si contenga vera, real e sostanzialmente il corpo et il sangue, con l'anima e la divinità di Cristo, cioè tutto Cristo intiero, ma dirà che sia solamente come in segno o figura o virtú.
2 Che nell'eucaristia resti la sostanza del pane e del vino col corpo e sangue di Cristo, overo negherà quella mirabile conversione di tutta [la] sostanza del pane in corpo, e del vino in sangue, restandovi solamente le specie, qual conversione la Chiesa chiama transostanziazione appositissimamente.
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