3 Che nel sacramento dell'eucaristia sotto ciascuna specie e sotto ciascuna parte, fatta la separazione, non si contenga tutto Cristo.
4 Che fatta la consecrazione, non vi sia se non in uso, e non inanzi o dopo, e che non vi rimanga nelle particole che restano dopo la communione.
5 Che il principal frutto dell'eucaristia sia la remission de' peccati, overo che altro effetto in quella non nasca.
6 Che Cristo nell'eucaristia non debbia esser adorato d'onor di latria e venerato con una festa particolare e portato in processione et esposto in luogo publico per esser adorato, overo che gli adoratori siano idolatri.
7 Che non sia lecito servarlo in luogo sacro, ma convenga distribuirlo a gl'astanti, overo che non sia lecito portarlo onorevolmente agl'infermi.
8 Che Cristo nell'eucaristia sia mangiato solo spiritualmente e non sacramentalmente e realmente.
9 Che i fedeli adulti non siano tenuti ogni anno almeno alla Pasca communicarsi.
10 Che non sia lecito al sacerdote che celebra communicar se stesso.
11 Che la sola fede è sufficiente preparazione per riceverlo.
Dicchiarando in fine che la preparazione debbia esser per mezo della confessione sacramentale, avendo per scommunicato chi insegnerà, predicherà, affermerà pertinacemente o difenderà in publica disputa il contrario.
[Decreto di riforma intorno alla giurisdizzion episcopale]
Il decreto della riforma contiene prima una longa ammonizione a' vescovi di usar la giurisdizzione con moderazione e carità; poi determina che nelle cause di visita, correzzione et inabilità e nelle criminali non si possi appellare dal vescovo o suo vicario generale inanzi la deffinitiva, overo da gravame irreparabile, e quando vi sarà luogo d'appellazione e s'averà da commettere per autorità apostolica in partibus, non sia commessa ad altri che al metropolitano e suo vicario, overo, quando egli fosse sospetto o troppo lontano, o da lui fosse appellato, non sia commessa se non ad un vescovo vicino o ad un vicario.
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