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      Però fu sempre osservato nella Chiesa che in articolo di morte tutti i sacerdoti possino assolver ogni penitente da qualonque caso. Della satisfazzione la sinodo cosí dicchiara: che, rimessa la colpa, non è condonata tutta la pena, non essendo conveniente che con tanta facilità sia ricevuto in grazia chi ha peccato inanzi il battesmo, come dopo, e sia lasciato il peccatore senza freno che lo ritiri da gl'altri peccati; anzi convenendo che s'assimigli a Cristo, che patendo pene satisfece per noi, dal quale ricevono anco forza le satisfazzioni nostre, come da lui offerte al Padre e per sua intercessione ricevute; però debbono i sacerdoti imponer le satisfazzioni convenienti, risguardando non solo a custodir il penitente da nuovi peccati, ma anco a castigar i passati: dicchiarando nondimeno che si satisfà non solo con le pene spontaneamente ricevute overo imposte dal sacerdote, ma ancora con sopportar in pazienza i flagelli mandati dalla Maestà divina.
     
     
      [Anatematismi]
     
      In conformità di questa dottrina furono anco formati 15 anatematismi.
      1 Contra chi dirà che la penitenza non sia vero e propriamente sacramento instituito da Cristo per reconciliare i peccatori dopo il battesmo.
      2 Che il battesmo sia il sacramento della penitenza, overo che esso non sia la seconda tavola dopo il naufragio.
      3 Che le parole di Cristo: "Quorum remiseritis peccata" non s'intendono del sacramento della penitenza, ma dell'autorità di predicar l'Evangelio.
      4 Che non si ricerchi la contrizione, confessione e satisfazzione per quasi materia e come parti della penitenza, overo dirà che li spaventi della conscienza e la fede siano parti.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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