5 Che la contrizione non sia utile, ma faccia ipocrita, e sia dolor sforzato e non libero.
6 Che la confession sacramentale non sia instituita e necessaria per legge divina, o che il modo di confessarsi al sacerdote in secreto sia invenzione umana.
7 Che non sia necessario confessar tutti i peccati mortali, eziandio occolti, e le circonstanze che mutano specie.
8 Che questa sia impossibile, overo che tutti non siano obligati a quella una volta l'anno, secondo il precetto del concilio lateranense.
9 Che l'assoluzion sacramentale non sia atto giudiciale, ma ministerio di decchiarar la remissione de' peccati a chi crede, overo che un'assoluzione data per gioco giovi, overo che non si vi ricerchi la confessione del penitente.
10 Che i sacerdoti in peccato mortale non hanno potestà di ligare e sciogliere, overo che tutti i fedeli abbiano questa potestà.
11 Che i vescovi non abbiano autorità di riservar casi se non per polizia esterna.
12 Che tutta la pena sia rimessa insieme con la colpa e che altra satisfazzione non si cerchi, se non fede che Cristo abbia satisfatto.
13 Che non si satisfaccia sopportando le afflizzioni mandate da Dio, le pene imposte dal sacerdote e le spontaneamente pigliate, e che l'ottima penitenza sia solo la vita nuova.
14 Che le satisfazzioni non sono culto divino, ma tradizioni umane.
15 Che le chiavi della Chiesa siano solamente per sciogliere e non per ligare.
[Gli anatematismi sono contesi da' teologi di Lovanio e di Colonia e da' francescani]
I teologi di Lovanio opposero al particolare della riservazione de' casi che non era cosa di tanta chiarezza, perché non s'averebbe trovato che padre alcuno mai di ciò avesse parlato; e che Durando, che fu penitenziero, e Gerson e Gaetano tutti affermano che non peccati, ma censure sono riservate al papa, e per tanto era troppo rigida cosa aver per eretico chi sentisse altrimente.
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