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      Rispose al legato che poca instruzzione poteva dar di piú a lui che era stato non solo consapevole, ma anco autor principale delle trattazioni passate nel formar la bolla della convocazione; raccordassesi che studiosamente furono approvate in quella le cose decretate sotto Paolo; che fu detto al pontefice appartenere non solo il convocare, ma l'indrizzare i concilii e presedervi col mezo de' ministri suoi; non lasciasse fare alcun foro pregiudiciale ad alcuna di queste; del rimanente si governasse sul fatto; raccordogli di fuggir i consegli medii et i temperamenti come la peste, quando d'alcuna d'esse si tratterà, ma immediate che la difficoltà nasca, debbia romper afatto, senza aspettar che gl'avversarii abbiano adito di penetrare. Che non voleva caricarlo di adossarsi translazione o dissoluzione del concilio, ma quando avesse veduto il bisogno, avisasse in diligenza. Del rimanente mettesse sempre a campo piú materia che fosse possibile de' dogmi, per far piú buoni effetti: l'uno disperar i luterani di poter trovar modo di concordia, se non sottomettendosi afatto, et interressar anco i prelati maggiormente contra di loro; far che questi occupati non avessero tempo di pensar alla materia di riforma e dar anco presta espedizione al concilio, capo importantissimo, essendo sempre in pericolo di qualche inconveniente mentre dura; e quando si vedesse costretto a dar loro qualche sodisfazione per ampliar l'autorità episcopale condescendesse, stando però indietro quanto fosse possibile; perché, quando ben si concedesse qualche cosa pregiudiciale alla corte, come alquante erano concesse sin allora, restando l'autorità pontificale intiera, restava insieme modo di ritornar facilmente le cose allo stato di prima.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Paolo