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      Gl'ambasciatori cesarei et il Madruccio, preso conseglio, risolsero di non tentar co' pontificii tutt'insieme, ma per principio solo trattar del ricever gl'ambasciatori. Dopo longhe persuasioni, le quali miravano a mostrare che quando fossero i sassoni introdotti nel consesso, dove essi erano presidenti, si poteva dir che la presidenza era assai riconosciuta, quantonque non fosse con loro complito inanzi a parte, alle persuasioni aggionsero le preghiere per nome di Cesare, miste con qualche parola significante che conveniva non abusar la sua clemenza, né costringerlo a pigliar altri rimedii: la necessità esser un potente incitamento a chi ha la forza in mano. In fine il Crescenzio si lasciò condurre che fossero ricevuti, non in sessione, ma in publica congregazione generale in casa di lui, parendogli con questo esser riconosciuto per capo. Spontato questo, vennero al soprasedere le materie. Diceva il Toledo aver sentite tante volte predicare esser cosí cara a Cristo la salute d'un'anima sola, che descenderebbe di nuovo ad esser crocifisso per acquistarla, et ora con differire si recusava per salvar tutta Germania: dove era l'imitazione di Cristo? Si scusava il legato co' commandamenti del papa assoluti, a' quali non poteva contravenire; ma replicando l'ambasciatore che al ministro si dà l'instruzzione in scritto e la discrezzione si rimette alla prudenza, disse il legato che vedeva molto ben quello esser un grado per incaminarsi a dimandar retrattazione delle cose decise. Gli diede parola l'ambasciatore che di ciò non averebbe trattato mai, anzi averebbono fatto efficaci officii co' sassoni per fargli desistere da questa instanza; in fine il legato, persuaso dal noncio veronese, che prima s'era lasciato superare (diceva egli) per non adossar al papa et al concilio un tanto carico, che fosse precipitato un negozio tanto importante per la negazione d'una poca dilazione, condescese a dire che si contentava, purché da' prelati nella congregazione generale fosse prestato assenso; a quali anco si rimetteva intorno il salvocondotto che ricchiedevano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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