Le qual raggioni, se ben persuadevano la maggior parte, con tutto ciò non sapevano che risolvere. Pareva che il determinare qual rigor delle leggi si dovesse ritenere e qual rilasciare fosse cosa di molta e longa consultazione e da non risolver senza il pontefice romano et il collegio de' cardinali, ma l'angustia del tempo non comportarlo. Questo rese tutti ambigui, quando opportunamente il vescovo di Namburg, preso per fondamento che la necessità iscusava ogni trasgressione e che in Germania, ne' colloquii e diete, queste considerazioni sono state maturate e cosí deciso; ma per sicurar meglio il tutto, era ben far una protestazione inanzi: che tutto fosse fatto per carità e pietà, quali sono sopra ogni legge, e per ridur gli sviati, e s'intendesse fatto sempre senza pregiudicio, con quelle clausule che i iurisperiti sapranno trovare. Questo parer fu abbracciato prontamente da' primi, da' prelati tedeschi, da' spagnuoli poi, e dagl'italiani in fine, con qualche tepidezza; stando sempre immobile il legato e mostrando ben chiaramente che stava quieto, costretto dalla necessità. Fermate queste risoluzioni fu deliberato che il giorno 24 del mese si facesse congregazione generale, dove gl'ambasciatori sassoni fussero ricevuti et uditi; che il 25, giorno perciò destinato, si tenesse la sessione, nella quale si publicasse la dilazione sino alla venuta de teologi protestanti; che fossero eletti padri, che insieme col noncio sipontino formassero il decreto, la protestazione et il salvocondotto.
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Namburg Germania
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