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      Ora pensando che essi siano congregati per questo fine, convocati i suoi teologi, gli ha commandato di far scielta d'alcuni d'essi che debbino portar la loro confessione a quel consesso, il che sino adesso non è esseguito per rispetto di certa constituzione del concilio di Costanza, che agl'eretici e sospetti non sia servata la fede o salvocondotto dall'imperatore, da re o altri, e per essempio de' boemi, che non volsero andar a Basilea, se non con una sicurezza datagli dal concilio. Per il che l'elettor ricercò che un tal salvocondotto fosse dato a' suoi teologi e conseglieri e loro famigliari, ma già pochi giorni, gli fu presentata una certa forma di salvocondotto molto differente dal basileense, perilché fu giudicato pericoloso di venir qui con quello, apparendo da alcuni decreti tridentini già stampati, ne' quali sono trattati per eretici e scismatici, quantonque non siano stati, né chiamati, né uditi. Perilché dimanda il prencipe che i suoi siano tenuti per iscusati et il salvocondotto concesso nella forma basileense. Oltra di ciò, che avendo il prencipe inteso che vogliono procedere alla conclusione degli articoli controversi, gli è parsa cosa pregiudiciale e contraria ad ogni legge divina et umana, essendo i suoi legitimamente impediti per mancamento di salvocondotto. Perilché prega che il tutto si differisca sin che siano uditi i teologi, che non sono lontani piú de 60 miglia tedeschi. Appresso di ciò, essendogli stato referto che non si vuol udir i protestanti sopra gli articoli controversi difiniti gli anni passati, la maggior parte de' quali contiene gravi errori, prega il prencipe che questi siano reessaminati et uditi i suoi teologi sopra di essi, e determinato quello che sia conforme alla parola di Dio e creduto da tutte le nazioni del mondo cristiano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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