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      Ordinò per tanto una congregazione numerosa de cardinali e prelati che attendessero all'opera. Dell'averne eletto molti, egli allegava la causa, acciò le risoluzioni passassero con maturità et avessero riputazione maggiore; con tutto ciò era stimato communemente il fine esser acciò per la moltitudine piú impedimenti fossero interposti et il tutto a niente si risolvesse. L'evento fu giudice delle opinioni, perché la riforma nel principio fu trattata con ardore, poi per gl'impedimenti caminò per molti mesi frigidamente, et in fine andò in silenzio, e gl'anni interconciliari in luogo di due furono dieci, verificandosi in questo la massima de' filosofi, che cessando le cause, cessano gl'effetti. Il concilio la prima volta ebbe per cause le grand'instanze della Germania e la speranza concepita dal mondo che quello dovesse medicar tutti i morbi della cristianità; gli effetti vedutisi sotto Paolo III estinsero le speranze degl'uomini e mostrarono alla Germania che concilio tale, quale desideravano, era impossibile avere. La seconda ridozzione ebbe un'altra causa: quella fu estremo desiderio di Carlo imperatore di mettere, col mezo della religione, Germania sotto il giogo e far l'Imperio ereditario, facendosi succeder il figlio, et in tal guisa constituir una monarchia, in cristianità, maggiore di qualonque altra dopo la romana, eziandio di quella di Carlo Magno. A che la sola vittoria avuta non era bastante, né meno si poteva confidar di supplire con mezo di nuove arme solamente, ma ben sottomettendo i popoli con la religione e li prencipi con le prattiche, aveva concepita vasta speranza d'immortalar il suo nome.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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