Lo fece ordinar vescovo, e con le sue mani in consistorio gli diede il pallio patriarcale, e lo rimanḍ a casa, accị la chiesa non patisse nella sua assenza, accompagnato da alcuni religiosi intendenti della lingua siriaca. Da che nacque che non solo per Roma, ma per tutta Italia non si parlava se non dell'immenso numero de cristiani che in quelle parti sono, e dell'aummento grande che la Sede apostolica fatto aveva. Particolarmente si discorreva di gran numero di chiese nella città di Muzal, che dicevano esser l'antica Assur sopra il fiume Tigri, oltra il quale poco distante ponevano de là dal fiume l'antica Ninive, celebre per la predica di Iona. Sotto la giurisdizione ponevano Babilonia, Tauris et Arbela, famosa per il conflitto tra Dario et Alessandro, con molte regioni della Assiria e Persia. Trovavano anco le antiche città nominate nella Scrittura, et Ecbatana, dagl'altri autori Seleucia, e Nisibi. Narravasi come questo, eletto da tutti i vescovi, fu mandato al pontefice per la conferma, accompagnato da 70 sino in Gierusalem, e de là in oltra da tre di loro, uno de quali era morto e l'altro restato in viaggio infermo, et il terzo, per nome Calesi, con lui gionto a Roma. Le qual cose tutte poste in stampa erano lette con gran curiosità. Ricevette anco il papa un altro Marderio, assirio iacobita, mandato dal patriarca antiocheno a riconoscer la Sede apostolica e dargli obedienza e far la professione della fede romana; ma il mondo, saziato di quel primo, poco si cuṛ saper le cose di questo secondo.
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