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      Ordinò anco che fosse scancellata da tutti i rituali e proibita ogni stampa della formula d'orazione instituita da Enrico, dove tra le altre cose era pregato Dio di liberar quel regno dalla sedizione, conspirazione e tirannide del vescovo romano. All'aprile un altro parlamento fu tenuto, dove fu dato l'assenso al contratto matrimoniale; et in quel medesimo parlamento, avendo la regina proposto di restituir il primato al pontefice romano, ebbe tanta resistenza dalla nobiltà, che non poté ottenerlo, e quella nobiltà non s'avvidde, come vanamente negava questa dimanda, che virtualmente era contenuta nell'assenso al matrimonio. Arrivò Filippo, prencipe di Spagna, in Inghilterra a' 18 di luglio, et il dí di san Giacomo si fecero le nozze e ricevette il titolo di re di Napoli e consummò il matrimonio. Et al novembre si ridusse di nuovo il parlamento, nel quale fu restituita la nobiltà e la patria al cardinale Polo, e mandati due che l'invitassero et accompagnassero; con quali egli passò nell'isola e gionse a Londra a' 23 novembre, portando inanzi la croce d'argento. Introdotto la prima volta in parlamento inanzi il re e la regina et ordini del regno, fece un raggionamento in lingua inglese; ringraziò con molte et affettuose parole d'esser stato restituito alla patria, soggiongendo che in cambio era andato per restituir loro alla patria e corte celeste, della quale s'erano privati, partendosi dalla Chiesa; gl'essortò a riconoscer l'errore e ricever il beneficio che gli mandava Dio per mezo del suo vicario.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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