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      Si publicarono per la corte questi dissegni, i quali da' benevoli erano ornati con titoli di pietà et amore della pace e della religione, non mancando però gl'emuli d'interpretar in sinistro, con dire che il fine non era buono; che il papa fondava sopra predizzioni astrologiche, a' quali era tutto dato, seguendo le vestigie del padre, che per quella professione fu aggrandito; che sí come alle volte, o per caso, o per altra causa riescono, cosí per il piú sono occasioni di precipitar molti. Tra le cose che dissegnava il pontefice in particolare era d'instituire una religione di 100, a guisa di una cavalaria, de' quale voleva esser capo e far la scielta, estraendogli di qualsivoglia religione o stato di persone, quali tutti avessero 500 scudi per uno dalla camera ponteficia, facessero uno solenne e molto stretto giuramento di fedeltà al pontefice, e non potessero esser assonti ad altro grado, né meno accrescer in entrata maggiore, solo potessero esser per meriti creati cardinali, non uscendo però dalla compagnia. Di questi soli voleva valersi per noncii, per ministri de' negozii e per governatori delle sue città, per legati et ad ogni altro bisogno della Sede apostolica: e già erano nominati molti litterati abitanti in Roma da lui conosciuti, et altri si avanzavano per aver questo onore. Di molte nuovità la corte era piena, che si aspettavano, ma tutte furono poste in silenzio, perché Marcello, già indebolito per le fatiche corporali delle longhe e gravi ceremonie, come s'è detto, soprafatto d'un accidente d'appoplessia, morí l'ultimo dí del mese, non verificate le altre predizzioni astrologiche del padre e sue, che si estendevano per qualche anno oltra quel giorno.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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