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      Il papa, subito creato, entrò in risoluzione ch'il titolo d'Ibernia fosse da quei re deposto, affermando constantemente non appartener ad altri che a lui dare titolo regio. Ma difficil cosa pareva poter indur l'Inghilterra a deponer un titolo che già da 2 re era usato e dalla regina, senza altro pensare, continuato; trovò temperamento, dissimulando di saper il fatto da Enrico, d'eriger esso quell'isola in regno, che in quella maniera poteva il mondo creder il titolo esser usato dalla regina come donato dal papa, non come decretato dal padre. Cosí spesso i papi hanno donato quello che non hanno potuto levare a' possessori, e questi, per fuggire le contenzioni, parte hanno ricevuto le cose proprie in dono, e parte hanno dissimulato di saper il dono e la pretensione del donatore. Ma ne' raggionamenti che passarono tra il papa e gl'ambasciatori in privato, riprese che non fossero stati intieramente restituiti tutti i beni della Chiesa, dicendo che ciò non era da tolerarsi in modo alcuno, e che in ogni maniera era necessario ricuperargli tutti sino al valore d'un minimo quadrante; perché le cose di Dio non possono mai ritornar ad uso umano, e chi teneva qualsivoglia minima parte di quei beni era in continuo stato di dannazione: e se egli avesse facoltà di concedergli, lo farebbe prontissimamente per pietà paterna e per aver esperimentato la loro filial ubedienza; ma la sua autorità non estendersi a poter profanare le cose dedicate a Dio, e dover Inghilterra esser certa che quello sarebbe un anatema et una contagione, che averebbe per divina vendetta tenuto sempre quel regno in perpetua infelicità. Incaricò gl'ambasciatori di scriverne immediate; né contento d'averne una volta parlato, con ogni occasione replicava l'istesso.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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