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      Ma prima siano premesse le disposizioni necessarie, acciò ne succeda il frutto desiderato. Trattò l'istesso dopo con gl'ambasciatori di Francia e di Spagna, e scrisse a' noncii suoi di rappresentar l'istesso a loro re. Ne parlò anco con gl'ambasciatori di Portogallo e de' prencipi italiani che erano in Roma.
     
     
      [Il duca di Savoia chiede permissione d'una conferenza di religione]
     
      Dopoi questi ufficii il duca di Savoia mandò persona espressa a ricercar il pontefice di far con sua buona grazia un colloquio di religione per instruir i popoli delle sue valli, che generalmente tutti erano alienati dalla religione antica. L'occasione fu perché di quelli che già circa 400 anni si retirarono dalla Chiesa romana, chiamati valdensi, e per le persecuzioni passarono in Polonia, Germania, in Puglia et in Provenza, una parte anco si ricoverò nelle valli del Moncenis, Luscerna, Angrogna, Perosa e San Martino. Questi, avendosi sempre conservati separati con certi loro ministri, che adimandavano pastori, quando la dottrina di Zuinglio si piantò in Geneva si unirono immediate con quelli, come conformi ne' dogmi e riti principali, e mentre che il Piemonte fu sotto francesi, quantonque dal senato di Turino fossero proibiti d'essercitar la religione elvetica sotto pena capitale, nondimeno pian piano [la] introdussero publica, in maniera che quando il paese fu restituito al duca di Savoia, l'essercizio era come libero. Il duca si deliberò di fargli ricever la religione catolica, onde molti ne furono abbruggiati et in altro modo fatti morire, e maggior numero condannato alla gallera, adoperandosi massime fra Tomaso Giacomello, dominicano inquisitore.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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