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      Ma cosí questi mal intenzionati, come quegl'altri desiderosi del bene del regno, per aver il seguito si coprivano col manto della religione, e per fermar meglio gl'animi, fecero metter in scritto il parer a' principali giurisconsulti di Germania e Francia, et a' teologi protestanti piú nominati che, salva la conscienza e senza violar la Maestà del re e la degnità del legitimo magistrato, era lecito prender le armi per opporsi alla violenta dominazione di quelli di Ghisa, offensori della vera religione e della legitima giustizia, che tenevano il re come preggione. Prepararono i congiurati una gran moltitudine, che disarmati comparissero inanzi al re a dimandar che la severità de' giudicii fosse mitigata e concessa libertà per la conscienza, con dissegno che fossero seguiti da gentiluomini che supplicassero contra l'amministrazione de' Ghisi. La congiura fu scoperta e la corte regia per sicurezza si ritirò da Bles, luogo aperto et opportuno ad una tal essecuzione, ad Ambuosa, fortezza ristretta; e perciò i concerti furono turbati. E mentre che i congiurati trattano nuovo modo, di essi molti furono trovati in armi, e combattuti e morti; altri ancora presi e giustiziati; e per quietar il tumulto [a'] 18 marzo, per editto regio, fu concessa venia a quelli che per semplicità, mossi da zelo di religione, s'erano conspirati, purché fra 24 ore deponessero le armi. E poi fece anco il re un editto di perdono a tutti i riformati, mentre che tornassero alla Chiesa; proibí tutte le radunanze di religione e diede la cognizione delle cause di eresia a' vescovi, la qual cosa al cancellier non piaceva, ma acconsentí, per timore che non s'introducesse l'Inquisizione alla spagnuola, come i Ghisi procuravano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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