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      Applicò anco l'animo ad alcuna delle città veneziane, ma quella republica si scusava per non dar ombra a' turchi, delle forze de' quali allora si temeva. Tutto pensato, non trovò piú opportuno luogo che Trento; poiché essendovi già due volte tenuto in quel luogo, ogni uno aveva con esperienza veduto quello che vi era di buono e di contrario, e perciò esser piú facile che tutti convenissero in questo che in altro luogo. Vi era anco l'apparenza di raggione. Perché il celebrato sotto Giulio non era finito, ma restava sospeso. A' francesi consultò di sodisfare, mandando in Francia il cardinale Tornone, non in qualità di legato, ma con facoltà che quando fosse quivi e vedesse il bisogno, potesse congregar alcuni de' prelati del regno, quelli che fosse parso al re et a lui, ma non tutti, acciò non vi fosse apparenza di concilio, e con questi trattare, non venendo a risoluzione.
      Si aggionsero due altri accidenti di non minor considerazione, che spinsero il papa a parlar piú chiaro di concilio: uno lontano sí, ma che importava la perdita d'un regno; l'altro toccante una sola persona, ma di gran consequenza. In Scozia, i nobili, che longamente avevano fatta la guerra per scacciar di quel regno i francesi e levar il governo di mano della regina regente et avevano incontrato sempre molte difficoltà per i potenti aiuti che il re di Francia, suo genero, gli somministrava, per mantener il regno alla moglie, finalmente, per liberarsi a fatto, si risolverono congiongersi con gli inglesi et eccitar il popolo contra la regente.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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