Che la convocazione aspettava a lui solo, la prosecuzione a lui et a' prelati, l'essecuzione a' prencipi; e però inanzi ogni altra cosa era giusto che essi si obligassero a questo e si facesse una lega con un capitanio generale che vadi contra gli inobedienti per esseguire le deliberazioni del concilio, considerando che senza di questo sarebbe di nissun frutto e con indegnità della Sede apostolica e di tutti quei prencipi che vi avessero mandato ambasciatori e prestato favore et assistenza.
Ebbe il pontefice risposta da' noncii suoi non conforme. Il re di Spagna lodava il concilio, approvando anco il luogo di Trento e promettendo di mandarvi i suoi prelati e fare ogni altra opera per favorirlo; aggiongendo però che non conveniva far cosa alcuna senza la volontà dell'imperatore e del re di Francia; la risposta del qual re era che lodava la celebrazione del concilio, ma non approvava il luogo di Trento, allegando per raggioni che i suoi non averebbono potuto andarvi, e proponeva per luoghi opportuni Costanza, Treveri, Spira, Vormazia o Aganoa. Accennava ancora che non si dovessero continuare le cose già comminciate in Trento, ma abandonandole a fatto, far un concilio tutto nuovo: la qual cosa dava molta molestia al pontefice, al qual pareva che questa non fosse risposta di proprio moto del re, ma che venisse dagl'ugonotti.
Ma l'imperatore mandò una longa scrittura, nella quale diceva non potersi prometter della volontà de' principi di Germania se prima non intendeva l'openione loro, cosa che non si poteva far senza una dieta; la qual volendo congregare, era necessario tralasciare di nominar concilio, perché i prencipi non vi sarebbono andati, ma congregandola sotto altro pretesto, s'averebbe potuto parlare poi del concilio con occasione.
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