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      Aggionse che quanto a' Stati suoi patrimoniali, non sperava potergli indurre al concilio, se non se gli concedeva la communione del calice et il matrimonio de' preti e se non si faceva una buona riforma, e sopra tutto che non si trattasse di continuare le cose incomminciate in Trento, perché a ciò mai i luterani consentirebbono; anzi, il solo nome di Trento gli averebbe fatto repugnare, e propose egli Costanza o Ratisbona. Vedeva chiaramente il pontefice che la proposta di dieta portava un anno e forse due di tempo, e di questo sentiva piacere, ricevendo però molestia perché i successi di Francia ricercavano accelerazione. Diceva a ciascuno, per mostrar la sua prontezza, non importare a lui piú un luogo che un altro e che piglierebbe Spira, Colonia e qual altra città volesse l'imperatore, purché i vescovi potessero andarvi e tornar sicuri, non essendo conveniente assicurar quelli che non hanno voto in concilio, lasciando senza sicurezza quelli de' quali consta; ma di revocare quello che era fatto in Trento non occorreva parlarne, anzi voleva metter il sangue et i spiriti per mantenerlo, essendo cosa di fede; che bene quanto a quello che è di constituzione umana, sí come la communione del calice e matrimonio de' preti, essendo quelli instituiti per buon fine et approvati da' concilii, sí come egli non voleva rimovergli da se stesso, se ben poteva farlo, cosí voleva il tutto rimetter al concilio, se ben vedeva che con tutta la concessione delle cose che dimandano, non si rimoverebbono dall'openione loro; si lamentava della debolezza dell'imperatore che temesse il proprio figliuolo non manco che gl'altri, e poi ricercasse che i prelati si mandassero in Germania, dove si dicchiarava non aver potestà d'assicurargli; che egli sarebbe andato anco a Constantinopoli, purché vi fosse sicurezza, la quale non si poteva aspettar dall'imperatore; che gl'alemanni erano quasi tutti eretici et il re di Boemia piú potente che il padre; che a lui non importava piú un luogo che un altro, purché fosse in Italia, che sola è sicura per i catolici.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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