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      A questi s'oppose Giacomo Maria, vescovo di Viviers, vicelegato d'Avignone, e difficilmente conservò la città; onde il papa restava molto afflitto, non piú per la perdita delle terre che per la causa che, presa in essempio, toccava la radice del ponteficato. Per provisione voleva che il cardinale Farnese, essendo legato, andasse in persona alla difesa di quella città; ma il male si moderò, perché il cardinal di Tornon, che aponto allora andando alla corte non era molto lontano di là, del quale Mombrun aveva una nipote in matrimonio, con promettergli la restituzione de' beni confiscati per la ribellione e la grazia del re, se uscisse di Francia, con speranza che lo farebbe anco in breve richiamare con libertà di conscienza, lo fece desistere e passar a Geneva; onde le terre del pontefice, private di quella protezzione, restaron soggette, ma piene di sospezzioni e pronte ad ogni altra novità.
     
     
      [Assemblea in Francia pel fatto della religione]
     
      In Francia crescendo ogni giorno maggiormente il numero de' protestanti e, quel che piú importava, le dissensioni e sospetti tra i grandi, 1560, 21 agosto, il re convocò una numerosa assemblea a Fontanableò; la qual convocata, essortati gl'intervenienti in poche parole a dir quello che giudicassero esser di servizio, dal cancelliero furono esposti i bisogni del regno, comparato da lui ad un infermo del quale il male sia incognito, e dopo qualche cose dette, Gasparo Coligní, accostatosi al re, gli porse alcune suppliche, dicendo essergli state date da moltitudine d'uomini quando era in Normandia, a' quali non poteva negar questa grazia di presentarle alla Maestà Sua.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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