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      Perilché ogni dí si faceva congregazione per risolvere se si doveva apertamente dicchiarare la continuazione, rimovendo la sospensione, come egli desiderava, acciò non si mettessero in disputa o in essamine le cose determinate. S'affaticavano molto gl'imperiali et i francesi appresso il papa et i deputati che fosse chiamato un nuovo concilio, dicendo che cosí vi sarebbono andati tedeschi e francesi, e là poi s'averebbe potuto risolvere che le cose determinate non fossero retrattate; altrimente era vano il parlar di concilio per ridur i protestanti, dando loro occasione sul primo passo di rifiutarlo, con dire di non poter sottoporsi a chi gl'ha condannati senza udirgli; in contrario i spagnuoli et insieme con loro il duca di Fiorenza, che si ritrovava in Roma, facevano opera che solo si levasse la sospensione e si chiamasse continuazione del già incomminciato. Fu eletto dal papa e da' deputati un conseglio medio, sperando che dovesse sodisfar ad ambe le parti. Publicò il pontefice un giubileo e lo mandò in tutti i luoghi, et a' 24 egli a piedi, con solenne processione, andò col collegio de' cardinali e con tutta la corte da San Pietro alla Minerva, la qual incaminata non processe senza confusione, perché gl'ambasciatori, assueti a caminar inanzi la croce, vedendo che dopo quella seguivano i vescovi e dopo essi il duca di Fiorenza in mezo di doi cardinali minori, volsero quel luogo essi ancora. Onde nacque disordine: per compor il quale, dopo qualche contrasto, il papa diede loro luogo tra sé et i cardinali che lo precedevano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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