Pagina (851/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      S'aggiongeva che per le dissensioni, che erano tra i grandi nella corte diffuse, anco nelle provincie, mentre ciascuno procura maggior numero de parziali, essendo una libertà grande di parlare, i professori della nuova religione si scoprivano apertamente et erano protetti da' piú principali appresso il re, con molta indignazione de' catolici; onde per tutto 'l regno erano contenzioni e discordie, usandosi per villania dall'una contra l'altra parte i nomi de papisti et ugonotti, eccitando li predicatori la plebe a tumulti e caminando tutti con fini diversi. Vedeva chiaro che se la parte catolica non era tutta indrizzata da alcuno all'istesso fine, dovesse nascere qualche mostruosità, per evitar la quale e a fine d'ovviare o attraversare quei dissegni, giudicò esservi bisogno di ministro apostolico d'autorità, e non francese, interessato piú nel regno che nel servizio della Sede apostolica, e deliberò mandarvi un legato; e voltato l'occhio sopra tutti i cardinali, si fermò in Ferrara, concorrendo in quel cardinale tutte le qualità requisite: una singolar prudenza e destrezza nel negoziare, nobiltà congionta con la casa regia di Francia, essendo cognato della gran zia del re, figlia di Luigi XII, et un stretto parentato co' Ghisa, che averebbe costretto per raggioni di sangue di favorirlo, avendo il duca di Ghisa una nipote di quel cardinale in matrimonio. A questo diede quattro particolari commissioni: di favorir la parte catolica et oppugnare i protestanti, di divertir ogni sinodo nazionale e congregazione de prelati, di sollecitare l'andata de' prelati al concilio, e di far retratrare le ordinazioni fatte in materie ecclesiastiche.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Sede Ferrara Francia Luigi XII Ghisa Ghisa