[I riformati in Francia s'accrescono; onde si fa l'editto di luglio moderato, ed è assegnata assemblea a Poisí]
Ma con tutte queste opposizioni l'editto fu messo in essecuzione, votate le preggioni e tornati gl'essuli, onde cresciuto in numero e facendosi piú ridozzioni e piú numerose del solito, per rimediarvi con maturo conseglio d'uomini periti di Stato e di giustizia, il re con la regina et i prencipi andarono in parlamento. Propose il cancellario che non s'aveva da parlar della religione, ma solo di rimedii per ovviare a' quotidiani tumulti che nascevano per quella, accioché, coll'uso di tumultuare fatti licenziosi, non deponessero anco l'ossequio al re. Furono 3 pareri: il primo, che si sospendessero tutte le pene contra i protestanti sino alla decisione del concilio; il secondo, che si procedesse a pena capitale contra di loro; il terzo, che si rimettesse il punirgli al foro ecclesiastico, proibendo le congregazioni publiche o occulte e la libertà di predicare o amministrare i sacramenti, salvo che alla romana. Per risoluzione fu preso temperamento e formato l'editto, che si chiamò di luglio: che tutti s'astenessero dalle ingiurie e vivessero in pace; che i predicatori non eccitassero tumulti in pena capitale; che non si predicasse né amministrasse sacramenti, salvo che al rito romano; che la cognizione dell'eresia appartenesse all'ecclesiastico, ma se il reo fosse dato al braccio secolare, non gli fosse imposta maggior pena che di bando, e questo sino ad altra determinazione del concilio universale o nazionale; che fosse fatta grazia a tutti quelli che per causa di religione avessero mosso tumulti, vivendo per l'avvenire in pace e catolicamente.
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