Volevano alcuni di loro che si scrivesse una formula della fede, la quale se li protestanti non volessero sottoscrivere, fossero senza altra disputa condannati per eretici; il qual parere essendo giudicato troppo arduo, dopo molte dispute si venne a conclusione di risponder a 2 capi soli de' proposti da Beza, cioè della Chiesa e dell'eucaristia. Congregato donque di nuovo il consesso a' 16 del mese, in presenza del re, della regina e prencipi, il cardinale di Lorena fece una longa orazione. Disse prima che il re era membro e non capo della Chiesa; che la sua cura era ben difenderla, ma in quello che toccava la dottrina esser soggetto a' ministri ecclesiastici; soggionse che la Chiesa non conteneva i soli eletti, e con tutto ciò non poteva fallare; ma quando alcuno particolare fosse in errore, conveniva aver ricorso alla romana, a' decreti di concilii generali et al consenso degl'antichi padri, e sopra tutto alla Scrittura esposta nel senso della Chiesa; per aver di ciò mancato esser incorsi tutti gl'eretici in errori inestricabili, come i moderni nel capo pertinente all'eucaristia, dove, per prurito insanabile di curiose questioni, quello che da Cristo era instituito per vincolo d'unione, avevano adoperato per squarciare la Chiesa irreconciliabilmente; e qui passò a trattar questa materia, concludendo che, se i protestanti non vorranno mutar sentenza in questo, non vi era via alcuna di composizione.
Finito il parlar, tutti i vescovi si levarono e dissero di voler viver e morir in quella fede; pregavano il re di perseverar in essa, soggiongendo che se i protestanti vorranno sottoscrivere a questo articolo, non ricusavano di disputar gl'altri; ma quando no, non se gli doveva dar altra audienza, ma scacciargli di tutto 'l regno.
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