L'accortezza spagnuola dissegnava con medicina della Francia guarrire le infermità di Fiandra, le quali non erano minori, se non per esser meno apparenti e tumultuose. Non aveva ancora il re di Spagna potuto mai far radunare li stati per ottenere una contribuzione o donativo. In questi medesimi tempi in Cambrai e Valenzia si facevano scopertamente adunanze, et in Tornai, avendogli il magistrato proibito et esseguendo con l'incarcerazione d'alcuni, si scoperse contradizzione armata con gravissimo pericolo di ribellione, e pareva che il prencipe d'Orange et [il] conte di Egmont si mostrassero apertamente fautori loro, e massime dopo che il prencipe pigliò in matrimonio Anna, figlia del già Mauricio, duca di Sassonia, con molto dispiacere del re, che vedeva dove fosse per terminare un matrimonio contratto da un suo suddito con protestante di tanta aderenza. Parlavano nondimeno i spagnuoli in maniera come se la Fiandra fosse stata sana e temessero infezzione dalla Francia, e volevano purgarla con la guerra. Et oltre la risposta data alla regina, avendo anco l'ambasciatore avuto carico di trattar il negozio del re di Navarra, gli fu risposto che non meritava, per la poca cura che aveva della religione, e volendo esser favorita nella dimanda sua, dovesse prima mover la guerra contra gl'ugonotti in Francia.
Fece anco la regina scusare per mezo dell'ambasciatore regio al pontefice con la Santità Sua il medesimo colloquio, facendogli considerare che, per far tacere gl'ugonotti, quali dicevano esser perseguitati senza esser uditi, e per ritardare i moti loro, il re era stato costretto a concedergli publica audienza alla presenza de' prencipi et ufficiali del regno, con deliberazione che, se non potevano esser convinti con raggione, si potesse, avendo avuto tempo di mettersi in ordine, vincergli con le forze.
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