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      Il pontefice, entrato in concistoro, per raggionamenti avuti con qualche cardinale e per aver meglio pensato, averebbe voluto poter rivocar la parola data; nondimeno propose la materia, riferí l'instanza dell'ambasciatar e fece legger la lettera del legato, e ricercò il parer. Fra i cardinali dependenti di Francia, con diverse forme di parole lodata la buona intenzione del re, quanto alla ricchiesta si rimisero a Sua Santità. I spagnuoli furono tutti contrarii, usando anco grand'ardire e trattando i prelati di Francia chi da eretici, chi da scismatici e chi da ignoranti, non allegata altra raggione se non che tutto Cristo è in ciascuna delle specie. Il cardinale Pacceco considerò che ogni diversità de' riti nella religione, massime nelle ceremonie piú principali, in fine capitano a scisma et anco ad inimicizia: al presente i spagnuoli in Francia vanno alle chiese francesi, i francesi in Spagna alle spagnuole; quando communicaranno cosí diversamente, non ricevendo gl'uni la communione degl'altri, saranno costretti far chiese separate, et ecco nata la divisione.
      Fra Michael, cardinale alessandrino, disse non potersi in alcun modo conceder dal papa de plenitudine potestatis, non per difetto d'autorità in lui sopra tutto quella che è de iure positivo, nel qual numero è anco questo, ma per incapacità di chi dimanda la grazia: perché non può il papa dar facoltà di far male, ma è male ereticale il ricever il calice pensando che sia necessario; però il papa non lo può conceder a tal persone; e non potersi dubitare che sia giudicato necessario da chi lo dimanda, perché di ceremonie indifferenti nissun fa capitale.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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