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      Li legati, massime Mantova e Varmiense, favorirono con molti discorsi il parer del vescovo, e molte cose furono dette dall'una parte e l'altra con parole assai acerbe, dicendo li spagnuoli di voler protestare e tornar in Spagna. Ma finalmente, dopo molte consultazioni, questi convennero di desistere dalla loro instanza per non opporsi all'imperatore, al re di Francia, a' tedeschi e francesi, e per non dar fomento alle querele de' protestanti, pur che non fossero dette parole che significassero nuovo concilio o portassero pregiudizio alla continuazione; promettendo li cardinali a nome del papa che la Santità Sua confermerebbe tutto quello che era stato fatto in Trento ne' doi precedenti concilii, eziandio in caso che il presente si dissolvesse e non si potesse finire: con che si contentarono e dopo longhi discorsi fu concluso che si dovesse usar forma di parole significanti che si dava principio a celebrar il concilio, levata qualonque sospensione; le quali se ben ambigue e che potevano esser tirate a contrarii sensi, nondimeno bastando per concordar la presente differenza, furono ricevute e concluso d'aprir il concilio la dominica seguente de' 18. Propose in fine il cardinale che, principiato il concilio, sarà condecente frequentare le publiche capelle ogni festa con intervento de' prelati alla messa e col sermone latino, quale dovendo esser recitato alle volte da persone che non sanno intieramente quello che convenga al tempo et al luogo et al decoro degl'audienti, sarà ben deputar un prelato che, sí come il maestro di sacro palazzo a Roma, riveda quello che doverà esser detto, e secondo la sua censura s'abbia da recitare.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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