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      Andando attorno la consulta, furono varii i pareri; ma superò quello che giudicava doversi relasciar in parte l'editto di luglio e conceder a' protestanti libertà di predicare. Fu formato un editto, al che intervennero anco il cardinale di Borbon, di Tornon e di Sciatiglion, et i vescovi d'Orliens e di Valenza, con molti capi: che i protestanti restituissero le chiese, possessioni et altri beni ecclesiastici occupati; che s'astenessero dall'abbatter croci, imagini e chiese, sotto pena della vita; che non possino congregarsi a prediche o preghiere, o amministrar i sacramenti in publico o in secreto, di dí o di notte nella città; che si soprasedi e restino sospese le proibizioni e pene dell'editto di luglio e qualonque altre precedenti; che al far le prediche fuori della città non siano molestati, né i magistrati possino inquietargli o impedirgli, ma debbiano in questo difendergli da ogni ingiuria, castigando i sediziosi dell'una e l'altra religione; che nissuno provochi l'altro per causa di religione o usi le contumeliose parole di fazzione; che i magistrati et officiali possino esser presenti alle prediche e congregazioni; che non possino far sinodi o colloquii o concistori, se non con licenza e presente il magistrato; osservino le leggi civili delle ferie e de' gradi proibiti ne' matrimonii; i ministri siano tenuti giurar nelle mani degl'officiali publici di non contravenir a quell'editto, né predicar dottrina contra il simbolo niceno et i libri del Nuovo e Vecchio Testamento.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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