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      Gionse a Roma Luigi San Gelasio, signor di Lansac, mandato di Francia espresso per dar conto al pontefice dello stato del regno. Questo prima disse che, vedendo il re la gran sollecitudine con che il papa procedeva nel fatto del concilio, aveva dissegnato monsignore di Candalla ambasciatore a quella volta, e fatto partir 24 vescovi, de' quali gli diede la lista; gli narrò tutto il successo in Francia dopo la morte di Francesco, e la necessità di proceder con temperamento, cosí perché le forze non erano bastanti per caminar con rigore, come anco perché, quando fossero state tali bisognava metter mano al sangue de' piú nobili, che averebbe alienato tutto 'l regno e ridotto le cose a peggior stato; che il re non aveva speranza se non nel concilio, quando tutte le nazioni, eziandio gl'alemani vi intervenissero. Perché, fermata la religione in Germania, non dubitava di far l'istesso in Francia; ma trattar dell'impossibile che si possi far condescender ad accettar i decreti del concilio a quelli che non saranno intervenuti; che i protestanti francesi non potranno separarsi da' tedeschi; però supplicava Sua Santità che, quando per sodisfarli non si trattasse altro che del luogo, della sicurezza e della forma di proceder, gli piacesse condescender al voler loro per il gran ben che ne seguirebbe. Rispose il papa: prima, quanto al concilio, che egli dal principio del pontificato fu risoluto di congregarlo; che la difficoltà è stata interposta dal canto dell'imperatore e re di Spagna; con tutto ciò ambidue v'hanno al presente ambasciatori e prelati; che non restano se non i francesi, che piú di tutti hanno bisogno del concilio; che non ha tralasciato alcuna cosa per invitar i tedeschi protestanti, eziandio con qualche indegnità di quella Sede; che continuerà, e sicurezza non mancherà loro quanta e quale sapranno ricchiedere.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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