Non gli pare già onesto sottoporre il concilio alla discrezione de' protestanti, ma ricusando essi di venirci, non doversi restar di caminar inanzi, massime essendo già ben inviati. Ma quanto alle cose fatte in Francia, in poche parole rispose non poterle lodare, e pregar Dio che perdoni a chi causa tanti inconvenienti.
Et averebbe il pontefice passato quei termini, quando avesse saputo quello che in Francia si faceva, mentre Lansac gli rappresentava le cose fatte; imperoché a' 14 di febraro in San Germano la regina diede ordine che i vescovi di Valenza e di Seez, et i teologi Butiglier, Espenzeo e Picorello consultassero insieme che cose si potessero far per principio di concordia. I quali proposero gl'infrascritti capi: che fosse in tutto e per tutto proibito far effigie della Santa Trinità e di persona non nominata ne' martirologii accettati dalla Chiesa; che alle imagini non siano poste corone, vesti, né voti overo oblazioni, né portate in processione, eccetto il segno della santa croce, di che anco pareva che restassero sodisfatti i protestanti, se ben quanto al segno della santa croce facevano qualche repugnanza con dire che Constantino fu il primo che lo propose da adorare contra l'uso della antica Chiesa. Ma Nicolò Magliardo, decano della Sorbona, insieme con altri teologi si opposero, defendendo l'adorazione delle imagini, se ben confessava che dentro vi fossero molti abusi. L'istesso mese Navarra scrisse all'elettor palatino, duca di Vittembergo e Filippo di Assia, avisando che, quantonque non s'avesse potuto convenire nel colloquio di Poisí, né in quest'ultimo in materia delle imagini, egli però era per adoperarsi sempre per la riforma della religione, ma introducendola a poco a poco, per non turbar la publica quiete del regno.
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