Per nome de' quali fu fatta una orazione di questa sostanza: che i consoli di 7 cantoni, per il debito filial verso la Chiesa hanno voluto mandar oratori per assister al concilio e prometter ubedienza e far a tutti noto che non cedono ad alcun in desiderio d'aiutare la Sede romana, come per il passato hanno fatto ne' tempi di Giulio II e Leon X, e quando combatterono con i cantoni vicini per difesa della religione, ucciso il nefandissimo inimico della Chiesa Zuinglio e ricercato tra gl'uccisi il cadavero di quello et abbruggiatolo, per testificare di dover aver guerra irreconciliabile con gl'altri cantoni, mentre saranno fuori della Chiesa, poiché sono posti a' confini d'Italia come una rocca per impedir che il male settentrionale non penetri nelle viscere di quella regione. Fu dalla sinodo per bocca del promotor risposto che le opere degne e la pietà verso la Sede apostolica della gente elvetica sono molte e grandi; ma nissun ossequio et ufficio piú opportuno, quanto la legazione mandata e l'offerta alla sinodo, la quale si rallegra della venuta de ambasciatori, avendo molta speranza, oltre la protezzione dell'imperatore, re e principi, in quella laudatissima nazione.
Nella congregazione del dí 6 aprile furono ricevuti Andrea Dudicio, vescovo di Tinia, e Giovanni Colosarino di Canadia, oratori del clero d'Ongaria. Fu dal primo fatta un'orazione con dire che l'arcivescovo di Strigonia, li vescovi et il clero avevano sentito tre grandi allegrezze: per l'assonzione di Pio IV al pontificato, per la convocazione del concilio in Trento e per la deputazione de' legati apostolici a quello.
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