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      Di quelli che nel primo concilio intervennero, quando un'altra volta se ne trattò con qualche differenza, anzi controversia, non si ritrovarono se non cinque vescovi in questo, e nondimeno alla prima proposta si divisero immediate in parti, come se tra loro la contenzione fosse stata antica, cosa che in nissun'altra questione accadette, né allora, né sotto Giulio, né al presente. La causa di ciò alcuni ascrivono perché le altre trattazioni, o come teologiche erano poco intese e speculativamente dagl'intendenti trattate, senza che affetto intervenisse se non di odio contra protestanti, quali, col metter a campo quelle materie, erano causa di travaglio; ma questo alle proprie persone de' prelati toccava. Ne' cortegiani prevaleva o l'ambizione, o l'obligo a seguir l'opinione a' padroni commoda; gl'altri erano mossi assai d'invidia, che non avendo arte d'alzarsi dove quelli pervenivano o aspiravano, non potendo ugualiarsi elevandosi essi, volevano tirargli abbasso allo stato suo, acciò cosí fossero tutti uguali. In questo articolo tutti s'affaticarono secondo la sua passione e tennero gran conto del voto proprio reso nelle congregazioni, e di quel d'altri, che avesse qualche condizione notabile. Di tanto numero, 34 mi sono venuti in mano formalmente, come furono pronunciati; degl'altri ho saputo la sola conclusione: ma qui non è da riportare se non quello che è notabile.
      Il patriarca di Gierusalem considerò che quest'articolo era stato trattato e discusso nel primo concilio, e concluso che le provisioni per introdur la residenza erano due: l'una statuir pene a' non residenti, l'altra levar impedimenti alla residenza.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Giulio Gierusalem