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      Altri, acciò dal vescovo non potessero esser impediti, ottenevano facoltà dal papa con lettere che gli raccommandassero, le quali facilmente erano concesse per qualche parte dell'emolumento che nell'espedizione della bolla alla corte toccava: questa instituzione immediate si voltò in eccessi d'abuso, imperoché delle raccolte limosine minima parte era quella che si spendesse in l'opera; quelli ancora che impetrato avevano la facoltà di questuare, sustituivano persone abiette et infami, e con loro dividevano il frutto delle limosine; anzi affittandogli anco la questura; li questuanti poi, per cavar quanto piú si poteva, mille arteficii sacrileghi et empii usavano, portando forma d'abiti, fuoghi, acque, campane et altri instromenti da strepitare, che potessero indur spavento e superstizione nel volgo; narrando falsi miracoli, predicando false indulgenze, ricchiedendo le limosine con imprecazione e minaccie di male e d'infortunii a chi non le dasse, et altre tal impietà usando, che il mondo ne era pieno di scandali, né si poteva provedervi, attese le concessioni apostoliche impetrate. Sopra questa materia si estesero li prelati, con narrare gl'abusi e discendere alle sudette et ad innumerabili altre impietà; con mostrare che altre volte sono stati tentati rimedii senza frutto e tali riuscirebbono tutti quelli che si tentassero; uno solo esservi, l'abolir il nome e l'uso de' questori: et in questo parer convennero quasi tutti.
      Arrivarono in questo tempo ambasciatori del duca di Baviera, quali ricusarono presentarsi nella congregazione se non gli era data precedenza da quei di Venezia; il che ricusando essi di fare, i legati interposero dilazione per aspettar sopra questo risposta da Roma.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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