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      Finalmente, dopo aver di questo particolar conferito con tutti gl'ambasciatori appresso sé residenti, e molte volte consultato, il 9 maggio, congregati tutti i cardinali, fece legger gl'avisi avuti da Trento e discorse la somma delle consultazioni avute, et il bisogno di caminar in questo negozio con desterità e costanza, accennando che molti fossero congiurati contra la Sede apostolica; poi fece legger la risposta che dissegnava mandar a Trento, la qual in sostanza conteneva due punti: che il concilio dal canto suo era stato sempre lasciato libero e sarebbe per l'avvenire; l'altro, esser giusta cosa che da quello sia riconosciuto per capo e gl'abbia il rispetto che si debbe alla Sede apostolica. Dimandò il parer a tutti li cardinali, quali concordemente lodarono la risposta data. Raccordarono alcuni che, atteso i dispareri tra i legati, era ben mandarne altri, et anco de straordinarii; alcuni aggionsero l'importanza del negozio meritare che la Santità Sua e tutto 'l collegio si riducesse a Bologna, per accostarsi a Trento, e poter meglio sovvenir alle occorrenze. A che il papa rispose esser pronto non solo d'andar a Bologna, ma a Trento ancora, bisognando, e tutti i cardinali s'offerirono a seguirlo. Si consultò sopra il mandar altri legati, e fu risoluto di differir a parlarne per opinione che Mantova non dimandasse licenza, che sarebbe stato di gran pregiudicio alla riputazione del concilio per l'opinione che l'imperatore et il re di Spagna e quasi tutti i prencipi avevano della sua bontà e per il credito che tenevano di lui la maggior parte de' prelati di Trento.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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