I legati, dopo consultato, risposero essi ancora in scritto che admettevano la scusa de' vescovi assenti quanto s'aspettava loro, ma che non potevano diferir sino alla venuta d'essi a trattar quello che si doveva nel concilio, perché sarebbe stato un troppo grand'incommodo de' padri, che già vi si trovavano; che non hanno potestà di decchiarare che la indizzione del concilio sia nuova, ma solo di presedervi secondo il tenore della bolla del pontefice e la volontà della sinodo. Si contentarono i francesi della risposta per allora, avendo consultato co' cesarei non esser bene passar piú inanzi, mentre negl'atti non fosse fatta menzione di continuazione, atteso che, avendo li spagnuoli fatta instanza che alla prima sessione la continuazione fosse decchiarata, quando si premesse molto nel contrario, n'averebbe potuto seguir la dissoluzione del concilio. Ma la risposta de' legati, che fu da' francesi publicata in quella parte dove diceva l'autorità loro esser di presedere secondo la volontà della sinodo, diede assai che dire agli spagnuoli, poiché in parole sottometteva i legati al concilio che in fatti lo dominavano, e diceva Granata che era ben un total dominio valersi del servo in ogni qualità, anco del patrone.
[Si rimette su la residenza e la riforma]
Non proponendo i legati alcuna cosa per la sessione seguente, i prelati fautori della residenza mossero raggionamento sopra quella materia et indussero gl'ambasciatori imperiali, francesi, portoghesi e tutti gl'altri a far instanza a' legati che si decidesse nella sessione seguente, allegando che dopo esser proposta e disputata, sarebbe gran scandalo lasciarla indecisa e si mostrerebbe che fosse per qualche interesse particolare, poiché i principali prelati del concilio et il maggior numero desideravano la determinazione.
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Granata
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