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      I francesi, oltre di ciò, fecero instanza, congionti con gl'imperiali, che non si dovessero trattare le materie de' dogmi in assenza de' protestanti che le impugnavano, prima che sia certa la loro contumacia, essendo superflua la disputa delle cose dove non è chi le contradica; massime che vi è ben che trattare cosa in che tutto 'l mondo conviene, cioè una buona riforma de' costumi; che l'ambasciator d'Inghilterra in Francia aveva dato intenzione che la sua regina mandarrebbe al concilio, dal che ne seguirebbe che gl'altri protestanti farebbono il simile e ne succederebbe una reunione generale della Chiesa; e questo si potrebbe tener per fermo di vederlo effettuato, precedendo una buona riforma. A questa seconda proposta rispose il cardinale Simoneta che il negozio pareva facile, ma era il piú arduo, poiché tutto consisteva nella disposizione de' beneficii, nella quale gl'abusi venivano da' re e da' prencipi; il che diede molto che pensare a tutti gl'ambasciatori per le nominazioni et altre disposizioni che essercitano, e piú di tutti il re di Francia; ma la ricchiesta della residenza era di maggior molestia, non quietandosi i padri alla scusa, altre volte usata, che la materia non era assai digesta, che il tempo alla sessione non bastava per metterla a fatto in chiaro e per altre considerazioni; e l'ardore tanto crebbe, che fu preparato da molti prelati oltramontani convenuti insieme di protestare e partire, e questo fu causa di fermare il moto, perché gl'ambasciatori, temendo che il concilio non s'interrompesse e sapendo che il papa averebbe dato ad ogni occasione fomento, cessarono dalle instanze e fecero ufficio co' vescovi che si contentassero d'aspettare, e parimente per l'istessa causa operarono co' ministri di Spagna, che non facessero piú insistenza in decchiarare la continuazione; li quali non solo s'acquettarono, ma protestarono anco a' legati che non la dimandavano per allora, dicendo che se altri cercano di mandar il concilio a monte, non è raggionevole che si copra col mantello del re di Spagna.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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