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      endesse partito d'ovviare a protestazioni e divisioni che si preparavano, e biasmavano Simoneta che restasse offeso, perché Mantova, tanto piú eminente di lui e confidato sopra il consenso di Seripando e varmiense, della mente de' quali era conscio, avesse stimato che la risoluzione per necessità presa dovesse esser da lui ancora ratificata.
     
     
      [Gli ambasciatori cesarei propongono capi di riforma]
     
      Il dí seguente gl'ambasciatori imperiali, poiché viddero d'aver ottenuto, come desideravano, la proposta del calice, per quale sin allora avevano proceduto con risguardo, si presentarono a' legati e, seguendo l'instruzzione del suo prencipe, gli presentarono 20 capi di riforma:
      1 Che il sommo pontefice si contentasse d'una giusta riforma di se stesso e della corte romana.
      2 Che il numero de' cardinali, se non si può ridur a 12, almeno si reduca al duplicato con doi sopranumerarii, sí che non eccedino 26.
      3 Che all'avvenire non si concedino piú dispense scandalose.
      4 Che siano rivocate le essecuzioni contra le leggi communi e sottoposti tutti i monasterii a' vescovi.
      5 Che sia levata la pluralità de beneficii et erette le scole nelle chiese catedrali e collegiate, e gli ufficii ecclesiastici non si possino affittare.
      6 Che i vescovi siano costretti alla residenza, non essercitino l'ufficio per vicarii e, se non sono sufficienti, non si commetti il carico ad un vicario, ma a molte persone, facendosi le visite e le sinodi diocesane ogni anno.
      7 Che ogni ministerio ecclesiastico sia gratuitamente essercitato, et alla cura di tenue entrata siano incorporati beneficii non curati ricchi.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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