Fu ben avvertito da alcuni che dell'antichità conveniva parlare con maggior riverenza, e non dire che mancassero di cognizione della verità. Fra Desiderio di Palermo carmelitano solo fu di parere che quell'articolo fosse tralasciato, dicendo che, non essendo promossa difficoltà da' protestanti de' nostri tempi, non era ben col trattarlo metter qualche novità a campo; la materia poter ricever qualche probabilità da ambe le parti, e quando uscisse a notizia che nel concilio se ne fosse trattato, sarebbe per mover la curiosità di molti a pensarci sopra e darebbe occasione d'inciampare; imperoché alcuno potrebbe indursi a creder che l'eucaristia sia sacramento di necessità, cosí ben come il battesmo, perché il fondamento di questo è sopra le parole di Cristo: "Chi non rinascerà d'acqua e spirito non entrerà nel regno de' cieli", e di quello: "Se non mangerete la mia carne e beverete il mio sangue, non averete vita"; e l'eccezzione de' fanciulli non potersi con total apparenza fondare sopra il precetto di san Paolo d'essaminarsi, che non può far un fanciullo, perché la Scrittura divina medesimamente commanda che inanzi il battesmo preceda documento della dottrina della fede, e se questo s'ha da restringere a' soli adulti, non escludendo i fanciulli dal battesmo, se ben non possono imparare, cosí l'essamine precedente l'eucaristia si potrà applicare agl'adulti senza escluder da quella li fanciulli: concludeva ch'egli approvava l'uso di non communicargli, ma non lodava che 'l concilio dovesse trattar di questo che nissun oppugnava.
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