In fine pregorno i padri ad aver compassione e trovar modo di conservar quei popoli nella fede e racquistar gli sviati.
In fine della congregazione li legati diedero le minute formate sopra i 3 primi articoli, per non incontrar nell'opposizione della congregazione precedente. E ne' giorni seguenti li padri trattarono sopra di quelli e sopra il terzo s'allargarono molto, entrando a parlare della grazia sacramentale, se piú se ne riceva communicando le due specie: e chi difendeva l'una e chi l'altra parte. Il cardinale Seripando diceva che, essendo stata discussa la medesima difficoltà nel concilio in tempo di Giulio, fu deliberato che non se ne parlasse; con tutto ciò fecero alcuni prelati instanza che si dicchiarasse, ma non fu ricevuto per le contrarietà delle opinioni e perché la maggior parte teneva che l'una e l'altra opinione fosse probabile: ma per evitar ogni difficoltà fu concluso di dire che si riceve tutto Cristo, fonte di tutte le grazie. Si preparavano alquanti vescovi per partir da Trento, di quelli che, per aver parlato, con molto affetto et ardore della residenza, si vedevano essosi e dubitavano, perseverando, di qualche grave incontro; tra questi era Modena, altre volte nominato, soggetto di buone lettere e sincera conscienza, quello di Viviers, e Giulio Pavesi, arcivescovo di Surrento, e Pietro Paolo Costazzaro, vescovo di Aqui, et altri che avevano da' legati ottenuto licenza: da Mantova, per vedergli (come amici che gl'erano) liberati, e dagl'altri per rimover le occasioni di disgusti.
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