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      [Congregazione per la materia et ordine della seguente sessione]
     
      La congregazione dopo fu il dí 20, nella quale fu proposto che s'averebbe trattato del sacrificio della messa e delli abusi che in ciò seguono. Il cardinale di Mantova fece un'ammonizione a' prelati di dire li voti nelle congregazioni quietamente e senza strepiti e con brevità, e diede conto delle regole che avevano poste insieme per ordinare le congregazioni de' teologi, a fine di levar le contenzioni, la confusione e la prolissità; le qual lette, furono dalla congregazione approvate. Dopo il cardinale Seripando discorse il modo d'essaminar li capi di dottrina e gl'anatematismi nelle congregazioni e raccordò che già erano stati essaminati e discussi nel medesimo concilio altre volte e stabiliti, se ben non publicati, onde potevano li padri abbreviare molto le considerazioni loro, che de nissuna cosa vi era bisogno maggiore che di ispedizione. Soggionse Granata che, essendo altra volta trattato della messa e restando longo tempo sino alla sessione, si poteva insieme trattar la materia dell'ordine, e l'istesso fu confermato da Cinquechiese; il che da alcuni fu inteso come detto per ironia, da altri a fine di trattar della residenza, conforme alla promessa fatta da Mantova. In fine furono dati fuori gl'articoli per trattar nelle congregazioni de' teologi. Fu la sostanza degl'ordini sopradetti compresa in 7 regole: che in ciascuna materia proposta parlassero 4 solamente de' teologi mandati dal pontefice, eletti da' legati, 2 secolari e 2 regolari; che dagl'ambasciatori de' prencipi fossero eletti 3 de' teologi secolari mandati da quelli; che ciascuno de' legati eleggesse uno de' teologi secolari loro famigliari; che de tutti gl'altri teologi secolari, familiari de' prelati, 4 soli per materia siano scielti a parlare, incomminciando da quelli di piú antica promozione al dottorato; che del numero de' regolari ciascun generale ne elegga tre del proprio ordine; che nissun de teologi nel dire ecceda lo spacio di mez'ora, e chi sarà piú longo sarà interrotto dal maestro delle ceremonie, e chi sarà piú breve maggiormente sarà lodato; che ciascuno de' teologi a chi non toccherà luogo di parlar in una materia, potrà portar in scritto a' deputati quello che parerà necessario circa le cose proposte.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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