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      Il che anco servirebbe per poter procacciar d'ottenere o impedire le cose secondo il desiderio di Sua Maestà et il contenuto nella instruzzion loro. Che sino a quell'ora non avevano proposto alcuno degl'articoli di riforma per rispetto che non avendo voti da sostenergli, non sarebbe stato tenuto conto delle loro remostranze. Che il concilio non vuol ascoltar cosa che pregiudichi all'utile overo autorità della corte, trovandosi il papa patrone delle proposizioni, avendosi da principio statuito e successivamente osservato che non possi esser alcuna cosa proposta se non da' legati, e non meno delle deliberazioni, per li molti prelati pensionarii et altri disposti a sua divozione, et essendo risoluto che il concilio non si meschi in riformare la corte, ma riservare a lui tutto quel negozio, et i spagnuoli, che mostravano gran zelo alla riforma, essendo rafrediti e storditi per la correzzione ricevuta dal loro re, né essendovi speranza, stando le cose in questo termine, d'ottener altro che quello che a Sua Santità piacerà, poiché nissuna instanza fatta da tutti gl'ambasciatori e prencipi che sono in Trento ha potuto impetrar che si tratti una buona riforma della disciplina ecclesiastica, con tutto che a' legati sono stati presentati gl'articoli conforme non solo all'uso della primitiva Chiesa, ma anco a' decreti de' medesimi pontefici. Ma in luogo di quella, mettono avanti punti della dottrina controversi al presente, con tutto che gli era stato mostrato ciò esser superfluo, attesa l'assenza de' protestanti; e se pur propongono qualche cosa che tocchi i costumi, è di pochissima importanza e di nissun frutto.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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