Portò poi gl'argomenti de' protestanti, con quali provavano che l'eucaristia non è instituita per sacrificio, ma per sacramento, e concluse che non si poteva dir che la messa fosse sacrificio, se non con fondamento di tradizione; essortando a fermarsi in questa e non render la verità incerta per studio di voler troppo provare. Discese poi alla risoluzione degl'argomenti de' protestanti, et in quello rese tutti gl'audienti mal sodisfatti, avendo recitato gl'argomenti con forza et apparenza e soggiongendo risposte con debolezza, sí che piú tosto gli confermavano; il che fu ascritto da alcuni alla brevità del tempo che gli restava, sopravenendo la notte, da altri al non sapersi lui esprimere, e da' piú sensati, perché quelle risoluzioni non sodisfacevano lui medesimo: del che essendo molta mormorazione fra i padri, Giacomo Paiva, un altro teologo portughese, nella seguente congregazione replicò tutti gl'argomenti da quell'altro fatti e gli risolse con sodisfazzione degl'audienti e con iscusare il collega, affermando che l'istessa fu la mente sua. E gl'ufficii che dagl'ambasciatori e da' prelati portoghesi furono fatti in testificar la bontà e sana dottrina del teologo ne' giorni seguenti, resero le menti de' legati sincere verso di lui; però egli pochi giorni dopo partí, né si vede scritto ne' cataloghi de teologi, se non in quelli che furono stampati in Brescia e Riva inanzi questo tempo.
Il dí 28 luglio Gioanni Cavillone giesuita, teologo del duca di Baviera, parlò con molta chiarezza sopra gl'articoli, rapresentando il tutto come senza difficoltà, non in maniera d'essamine o discussione, ma con forma di mover gl'affetti di pietà. Narrò molti miracoli succeduti in diversi tempi; affermò che dall'età degl'apostoli sino al tempo di Lutero mai nissun dubitò; allegò le liturgie di san Giacomo, di san Marco, di san Basilio e Crisostomo.
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