Quanto alle opposizioni de' protestanti, disse che erano state a bastanza risolute, ma anco senza quello bastava per tenerle fallaci il venir da persone alienate dalla Chiesa, et in fine essortò li legati a non permettere che in qual materia si voglia fossero proposti argumenti d'eretici, senza soggiongergli evidentissima risoluzione, e chi non la sa portare, se n'astenga dal riferirgli, ricercando la vera pietà che le raggioni contrarie alla dottrina della Chiesa non siano riferite se non preparando l'animo prima degl'auditori con narrare la perversità et ignoranza degl'inventori, e che agl'argomenti loro non vengono date orecchie, se non da genti di poco cervello; e poi narrandogli quanto piú succintamente si può e senza le prove intermedie, soggiongendo la risposta piana e ben amplificata, e quando pare che alcuna cosa gli manchi, portando la disputa in altra materia, acciò non si generi qualche scrupolo negl'animi degl'audienti, massime essendo prelati e pastori della Chiesa. Piacque grandemente il discorso alla maggior parte de' prelati e fu lodato per pio e catolico, e che meritasse un decreto della sinodo che commandasse cosí a tutti i predicatori, lettori e scrittori. Non però all'ambasciatore del suo prencipe diede molta sodisfazzione, il quale, dopo la congregazione, in presenza degl'imperiali che facevano complemento col teologo per la grata concione, disse che veramente meritava d'esser commendato d'aver insegnato, anco nella semplecità della dottrina cristiana, sapersi valer della sofistica.
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