Concluse che si dovesse immitar la diligenza de' padri di Basilea, che si eleggessero 4 o 6 prelati del corpo del concilio che, come legati della sinodo, accompagnati da teologi atti a predicare, visitassero le provincie nominate dalla Maestà cesarea e dove trovassero uomini penitenti che avessero voglia del calice per divozione o per esser abituali in quel rito, e che del resto volessero ritornar alla Chiesa, gli conciliassero e glielo concedessero.
Il titolar filadelfiense, se ben tedesco, disse esser pericolo il negar la grazia, dimandandola l'imperatore, et il concederlo pernizioso; ma che si risolveva piú tosto di dispiacere agl'uomini che parlar contra la sua conscienza. Che era impossibile metter in prattica l'uso del calice per pericolo dell'effusione, portandolo attorno per luoghi lontani e difficili, molte volte di notte a tempi di nevi, pioggie e giacci; che gl'eretici si sarebbono gloriati, inculcando a' popoli che pur i papisti comminciano a conoscer la verità, e che senza alcun dubio quelli che fanno l'instanza tengono non potersi sodisfar in altro modo al precetto di Cristo che pigliando l'eucaristia sotto ambe le specie; e pigliò in mano un catechismo scritto in lingua tedesca, il qual lesse interpretandolo in latino e dicchiarando qual era la loro opinione. Aggionse che li catolici si sarebbono contristati et in luogo di guadagnar alcuni pochi, s'averebbono persi moltissimi; che averebbono dubitato a qual parte fosse la vera fede, vedendo li catolici piegar nelle usanze de' protestanti; che la concessione fatta alla Germania averebbe mosso le altre provincie, e massime la Francia; che gl'eretici vogliono far prova di penetrare, con questa concessione, la costanza che hanno trovato ne' dogmi della Chiesa catolica.
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