Concluse che si doverebbe differire almeno sino al fine della dieta, acciò li prelati germani potessero mandar al concilio, approvando l'opinione di Granata di differire, e quella di Braga, che quelli che mostravano desiderar il calice avevano tutti radice d'eresia; e soggionse che gl'ambasciatori imperiali avevano fatto cosí appassionate instanze e tanto strette prattiche che, essendo interessati tanto, non conveniva stessero presenti in congregazione, acciò liberamente si potesse parlare. Fra Tomaso Castello, vescovo della Cava, dopo aver raccontato che il Cinquechiese aveva persuaso molti, dicendo che, non concedendosi, seguirebbono tanti mali che meglio sarebbe non aver mai fatto concilio, si estese a mostrare che non si concedesse, se ben dovesse seguir la perdita di molte anime, perché concedendolo maggior numero perirebbe.
Il vescovo di Captemberg, in Stiria, fece la stessa instanza che gl'ambasciatori imperiali si retirassero et inveí gravemente contra le parole del Cinquechiese narrate dalla Cava. Molti prelati spagnuoli in conformità fecero instanza a' legati che i cesarei non intervenissero ne' trattati de' padri durante questa consultazione, bastando che in fine intendessero la risoluzione della sinodo; ma contradicendo alcuni altri e dicendo che piú essi, a chi toccava, che gl'altri dovevano intervenire, e che l'escluder quelli di chi si tratta è cosa aliena dall'uso delle sinodi, li legati, considerato che già avevano comminciato ad esser presenti e che non si potevano escluder senza pericolo di rumore, risolverono di non far altra novità.
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