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      In quella congregazione fra Giovan Battista d'Asti, generale de' servi, sostentando esso ancora la negativa, abbatuti li fondamenti de' contrarii, si estese sopra il concilio di Costanza, che prima ha fatto decreto in quella materia, e commendando l'autorità di quello, l'essaltò sopra gl'altri concilii generali, con dire che aveva deposto 3 papi; cosa che piacque poco, ma fu passata per non urtar tante cose insieme.
     
     
      [I legati si risolvono di rimettere il negozio del calice al papa]
     
      Finiti i voti e volendo li legati dar sodisfazzione all'imperatore, né apparendo come si potesse far nel concilio, prevalendo la parte della negativa, risolverono d'operar che si rimettesse al papa, sperando che col mezo d'officii si potessero condur parte de quei della negativa in questa sentenzia come media; e diedero carico a Giacomo Lomelino, vescovo di Mazzara, et a quello di Ventimiglia che si adoperassero con destrezza e circonspezzione, et essi medesimi legati parlarono per la parte remissiva a' tre patriarchi, quali anco persuasero, e per loro mezo restarono acquistati tutti quei del dominio veneto, numero molto considerabile. Racquistato il numero che parve bastante, credettero aver superato le difficoltà; ridussero il negozio a questo punto di scriver una lettera al papa nella forma ordinaria, mandando nota de tutti li voti, e mentre pensano alla forma, Cinquechiese, risaputolo, si dicchiarò non contentarsi se non appariva qualche decreto nella sessione, allegando che, essendosi nella precedente riservato di trattar li 2 articoli, ora essendosi trattati e risoluti, è necessaria far apparire negl'atti della sessione la risoluzione.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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