E con queste et altre raggioni ben amplificate persuase gl'ambasciatori ad unirsi insieme et andar a' legati e far instanza che per quella sessione si tralasciasse di parlare de' sacramenti e di far dottrine o canoni, perché ormai era tempo d'attendere ad una buona riforma, levar tanti abusi e corregger li mali costumi et operar sí che il concilio non sia infruttuoso. Il secretario di Spagna non volle assentire, perché avendo intenzione il suo re che nel fine del concilio almeno fosse decchiarata la continuazione, temeva pregiudicarsi, quando fosse mutato il modo di proceder sino allora usato di trattar insieme la dottrina e la riforma, poiché quella mutazione s'averebbe potuto adoperar per argomento che il nuovo modo di proceder arguisce nuovo concilio. L'ambasciator di Portogallo, con longa circuizione di parole inconcludenti, mostrando desiderar riforma, ma volerla ottener con modi piú piacevoli, si ritirò dalla compagnia. Il svizzero ancora, vedendo l'essempio di quei doi e considerato che li veneziani non erano intervenuti, temendo di commetter errore, disse che meglio sarebbe stato averci considerazione sopra di nuovo, prima che far risoluzione: gl'altri tutti risolvettero di andare.
Parlò per tutti, cosí d'accordo, Lansac, dicendo che da' loro prencipi erano mandati per assistere e favorire il concilio e procurare che si procedesse pertinentemente, non con dispute della dottrina, della quale, essendo tutti catolici nissun dubita et è superflua in assenza di quelli che l'impugnano, ma per procurare una buona, santa et intiera riformazione de' costumi; ma poiché, non ostanti tante loro remostranze, vedevano che s'aveva voluto determinar li principali ponti della dottrina controversi, senza toccar, se non leggiermente, la riforma, pregavano che la seguente sessione fosse implicata solamente in quella e fossero proposti articoli piú importanti, o necessarii che quelli di che s'era parlato sin allora.
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